Passione

Aforismi

Giovanni Allevi

Adoro il pianoforte: perché sublima la mia imperfezione.
Anche in un momento di crisi come il nostro, se si ha la costanza e la determinazione di confrontarsi con i grandi del passato, e di rinnovarne l’esempio attraverso canoni nuovi, è possibile intraprendere entusiasmanti avventure.
Cos'è la musica classica se non quel linguaggio colto che fa uso della notazione scritta?
Cosa voglio io dalla mia musica? Che faccia un discorso, che abbia delle tensioni interne, che sia temporale, non statica. Ma soprattutto che esprima se stessa usando le mie energie come quelle di un suo umile manovale.
Dietro l'apparente semplicità delle cose c'è una grande profondità.
Fortunatamente nella musica non c'è chi vince e chi perde, ma solo tanta voglia di condividere emozioni ed esperienze.
Il divino è ovunque, basta togliere di mezzo l'abitudine.
Il futuro non è nella spiegazione, ma è nell'incanto del non sapere. Davanti all'universo, alla musica, all'esistenza, semplicemente mi arrendo.
Il nocciolo dell'umanità è l’essere imperfetti. E allora basta con la perfezione! Noi siamo esseri imperfetti e per questo straordinariamente belli.
Il pianoforte reclama l'abbandono: esso non vuole essere suonato, ma è lui che vuole suonare tramite il pianista. L'esecutore abbandonato al suo strumento diviene egli stesso strumento, in un gesto impersonale e per questo totale, e la Musica, misteriosamente, inizierà a sgorgare, fresca e leggera.
L'emozione è il linguaggio attraverso cui si comunica con sincerità, mettendosi a nudo, senza timore di mostrarsi fragili e indifesi, perché la fragilità è la nostra forza, in un mondo trascinato dalla ragione verso la competizione estrema.
La musica classica si rinnova dall'interno, mantiene la propria logica e le proprie strutture formali, e torna a essere un valore riconosciuto dalla società, al di là dell'abito e del curriculum.
La musica non è fatta solo di note corrette, ma di passione, dedizione, intenzione travolgente.
La musica non è questione di numeri, ma di emozioni vissute da individui e ogni persona è unica e irripetibile, a suo modo infinita.
La storia torna sui propri passi ma a ogni giro della spirale si arricchisce di altri elementi. Per questo ci sarà sempre una musica nuova, generata non da drastiche rivoluzioni, ma da morbide evoluzioni a partire da ciò che è stato e ciò che è intorno.
Non bisogna mai aver paura di rompere le regole, se è il nostro cuore a chiederlo. Mai temere di destabilizzare un sistema: è nella sua natura la necessità di cambiare.
Ogni cosa può iniziare, perché soltanto a noi sta la prima mossa: concepire un’idea sorretta dall'emozione.
Posso sbagliare, commettere errori, anche per ingenuità, leggerezza. Allora, prendo tutto me stesso e mi abbandono all'universale fluire delle cose, perché in fondo sono solo un minuscolo granello dell'universo.
Se impariamo a fare silenzio, saremo in grado di cogliere l’eterna danza che ci circonda.
Se non vogliamo condannarci all’infelicità, dobbiamo tenere la mente sgombra e sforzarci di trovare un contatto con il mistero e il vuoto che è dentro di noi. La musica vi si insinua, riempie gli spazi, fa stare meglio.
Una volta che abbiamo scoperto qual è il nostro talento, dobbiamo fare di tutto per assecondarlo, persino se all'inizio non è chiaro.
Vorrei che l'Angelo dentro ognuno di noi prendesse il volo sulla spinta di queste note ribellandosi alla quotidianità che ci fa dimenticare le nostre ali.
È meraviglioso come la musica abbia la possibilità di salvarci dall'irrigidimento, dalle convenzioni a cui tutti andiamo incontro e farci tornare uno stupore incantato nei confronti delle cose.
È possibile che l’ascoltatore viva la mia musica con più intensità di me, e che a partire da essa concepisca mondi interiori straordinari e poetici, che io non posso minimamente immaginare e nemmeno prevedere.